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La bottiglia di vetro e il ritorno ai vini d'annata


    

     Nel XVII secolo ritorna l'interesse per i vini d'annata, ossia per i vini invecchiati. Ciò si deve all'impiego di bottiglie di vetro resistente, chiuse con tappo di sughero per la conservazione del vino. Bottiglie di vetro trasparente che già nel XV secolo venivano prodotte a Venezia, ma solo e raramente per servire a tavola il vino.
      Nel Seicento, però, vi fu in Inghilterra una grande richiesta di bottiglie e re Giacomo I, nel 1615, per salvaguardare i boschi dalla distruzione, proibì l'uso della legna nei forni per fondere o fabbricare qualsiasi tipo di vetro, obbligando le vetrerie a servirsi del carbone minerale. Si ebbe così in Inghilterra una proliferazione di vetrerie nei pressi di miniere di carbone e si scoprì che con il carbone si potevano ottenere temperature più alte e produrre vetri più robusti, anche se meno bianchi. Verso il 1660, dunque, l'impiego in Inghilterra dei forni a carbone consentì la produzione di un vetro abbastanza resistente, che fu ulteriormente rafforzato nel 1675 da George Ravenscroft con l'uso dell'ossido di piombo. Il vetro ottenne così la robustezza necessaria alla conservazione del vino e fu possibile anche praticare incisioni, intagli e molature.
      In Inghilterra nasce, dunque, verso la fine del XVII secolo la prima vera "bottiglia da vino"; essa ha corpo a bulbo, a forma di palla, base leggermente rientrante per una maggiore stabilità e collo molto lungo rinforzato da un anello, posto qualche centimetro sotto la bocca, che serviva a tenere, mediante cordicella, il tappo di carta o pergamena. Quando s’introdusse il tappo di sughero l'anello fu portato a livello dell'imboccatura per rinforzare questa parte della bottiglia. Le bottiglie cosiddette "inglesi", prodotte dalle fornaci a carbone, erano scure e resistenti e venivano spesso personalizzate da un timbro posto sulla spalla.
      Ciò favorì la produzione dello Champagne. Rimaneva, però, il problema del tappo. Per molto tempo si usarono i tappi di vetro smerigliati fatti su misura per il collo della bottiglia, perché quelli di sughero, che erano stati usati dai romani per chiudere le anfore, non venivano presi in considerazione, forse perché i sugheri erano di cattiva qualità e molto vino di conseguenza veniva rovinato, assumendo il "sapore di tappo".
      Si riteneva, inoltre che il sughero, con la sua porosità, permettesse all'aria di penetrare nella bottiglia e danneggiare il vino.
I tappi di vetro erano conformati in maniera da poterli legare alla bottiglia per la quale erano stati fatti e alla quale si adattavano perfettamente. Essi furono presto abbandonati perché con frequenza era impossibile toglierli senza rompere la bottiglia. Si cominciarono a utilizzare allora sempre più i tappi di sughero, che già ai primi del 1600 erano abbastanza diffusi (l'uso del sughero per la fabbricazione dei tappi in sostituzione del piombo, materia più costosa, risale infatti soltanto al '500). Non rimaneva che inventare il cavatappi per estrarre i tappi, che finalmente potevano essere inseriti nel collo della bottiglia per tutta la loro lunghezza. Contrariamente a quanto si possa pensare, bisognò aspettare fino al 1681 per trovare la prima menzione di un cavatappi.
      Alla fine del XVII secolo con lo Champagne la bottiglia comincia ad assolvere all'importante funzione della conservazione e del trasporto del vino, oltre a quello della produzione; fino ad allora, il vino veniva venduto in grandi contenitori e poi imbottigliato da consumatore.
      Nel '700 la bottiglia passa dalla forma bassa e panciuta a quella cilindrica ed allungata; diminuisce progressivamente il diametro della base, il corpo si sviluppa in altezza a detrimento del collo, il fondo è rientrante e si evidenzia la spalla. Si ottiene così una bottiglia di facile impiego in cantina e conservazione in posizione orizzontale. In questo periodo i Francesi, che per primi misero in bottiglia i loro grandi vini, adottarono forme ben precise: divennero cos' classiche le bottiglie di Bordeaux, della Borgogna, del Reno, dello Champagne.
      Nella seconda metà del '700 si diffonde l'uso di decorare i vetri con l'oro e finalmente le bottiglie ed i bicchieri fanno la loro comparsa a tavola; le bottiglie non sono più sistemate sulla credenza ed il bicchiere pieno di vino non viene più portato agli ospiti, seduti attorno alla tavola, da servitori bottiglieri. Nasce il "servizio da tavola", costituito da bottiglie e bicchieri di capacità diversa, per i vari tipi di vino e per l'acqua, che vengono finalmente disposti, come abbiamo detto, sulla tavola. I bicchieri e le bottiglie sono riccamente decorati od incisi e sono spesso personalizzati con le iniziali del proprietario.
      A tavola si cominciarono a portare bottiglie di cristallo con etichette di metallo, d'argento, d'avorio, di madreperla. L'etichetta era leggermente curva per meglio aderire al collo della bottiglia, al quale veniva appesa a mezzo di una catenina; essa era decorata in vario modo e riportava l'emblema araldico della casata.